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Studio Legale a Dubai e Abu Dhabi

Gli Emirati all'EXPO di Milano

05.05.2015


PADIGLIONE EAU ALL’EXPO 2015

 

La 903esima lastra in vetro cemento GRC è stata posizionata mercoledì nel padiglione EXPO 2015 degli Emirati Arabi Uniti. Giusto in tempo per accogliere i dignitari emiratini, italiani e mondiali in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione del 1° maggio.

La conclusione dei lavori è stato un momento condiviso da tecnici, imprenditori e team di gestione che hanno accettato con successo la sfida di costruire, a tempo di record, il padiglione Expo più complesso che gli Emirati Arabi Uniti abbiano mai costruito, nonché il padiglione tra i più tecnicamente impegnativi di tutta l’Expo 2015.

Si tratta di una storia che ha avuto inizio due anni fa, quando diverse decisioni fondamentali hanno stabilito le linee guida della straordinaria partecipazione degli Emirati Arabi Uniti a Expo Milano 2015. In primo luogo, il governo degli Emirati Arabi Uniti, rappresentato dal Consiglio dei media nazionali degli Emirati Arabi Uniti, ha chiarito agli architetti del progetto, Foster e Partners, guidati da Sir Norman Foster, che l'edificio avrebbe dovuto trarre le sue influenze dal cuore degli Emirati Arabi Uniti e avrebbe dovuto essere progettato per rappresentare la storia del proprio paese, come rivelato da un ricco insieme di media innovativi.

Molto spesso, le esposizioni sono progettate per adattarsi agli spazi creati dagli architetti; questa volta, invece, la progettazione degli edifici avrebbe dovuto soddisfare le esigenze del visitatore per accompagnarlo al meglio nell’esperienza Expo. Il risultato è stato un processo di sviluppo parallelo sia dell’edificio che della mostra che lo stesso avrebbe dovuto ospitare. Uno sviluppo in tandem con uno scambio costante di informazioni reciproche. Tutto ciò ha richiesto il coordinamento e la cooperazione intensa tra i due team che solitamente erano abituati a lavorare entro limiti più ben definiti di quelli in uso per il progetto del Padiglione degli EAU.

La seconda decisione, che è stata fondamentale in termini di forma e struttura del progetto, è che il padiglione sarebbe stato una costruzione 'temporanea' di un edificio 'permanente', costruito per durare decenni prima mostrando la sua bellezza e i suoi colori a Milano per i sei mesi dell’EXPO, per poi essere smontato, imballato e trasferito negli Emirati Arabi Uniti. Questo progetto richiedeva complessi calcoli sul design e sui materiali da costruzione impiegati che soddisfacessero i requisiti molto differenti dei contesti ambientali di Milano e Abu Dhabi.

In termini di “pietra miliare” di questo progetto quinquennale caratterizzato dal costruire, smontare, trasferire via nave e ricostruire nuovamente, il posizionamento della 903esima lastra di vetrocemento GRC è stato un momento emozionante per tutti gli interessati. Originariamente programmato per aver luogo con due mesi di anticipo, il completamento dei lavori è avvenuto, come gran parte dei lavori all’Expo, all'ultimo con pochissimi giorni a disposizione per ripulire e per apportare le ultime rifiniture prima dell'apertura.

Le sinuose pareti ondulate ed increspate alte 12 metri, che circondano e delineano l’intrigante struttura, ricordano molto vividamente le alte dune di sabbia del deserto di Rub Al Khali e stabiliscono un legame emotivo tra i curiosi visitatori e il padiglione – incrementando l’interesse che può essere soddisfatto solo con un maggiore impegno (ossia addentrandosi nella struttura). Ed è esattamente il risultato che i pianificatori speravano di raggiungere quando misero su carta il progetto durante le fasi iniziali. I visitatori sono magneticamente attratti dalla struttura e dall'ingresso a forma di imbuto nonché dalla 'rampa' avvolta da pareti svettanti. Né dune né tradizionali strade strette sono presenti nel padiglione ma la presenza di entrambe è brillantemente evocata dalla struttura. Al termine della rampa, accompagnati da personale italiano e da 'ambasciatori’ degli Emirati, una serie di intriganti e misteriosi cubi multimediali trasmettono la storia di base dietro al concept del padiglione con il titolo ' Cibo per la mente '.

In primo luogo, ai visitatori vengono rappresentate le sfide che il paese deve affrontare, e successivamente, molto ispiranti, le soluzioni che si propone di adottare per affrontare queste sfide. È anche qui che i visitatori provenienti da tutto il mondo si ricordano che, a causa dei cambiamenti climatici, le sfide affrontate oggi dagli EAU, come carenza di acqua, le alte temperature e la scarsità di terreni agricoli, potrebbero essere le medesime questioni che affliggeranno i loro paesi nel prossimo futuro. Questo problema non è qualcosa che un paese può risolvere da solo. Gli Emirati Arabi Uniti sono, infatti, pronti ad imparare dagli altri e sono altrettanto desiderosi di condividere le proprie conoscenze ed esperienze, contribuendo a costruire un mondo migliore: libero dalla fame.

In cima alla rampa, i visitatori si riuniscono per qualche istante prima di entrare nel Teatro delle Palme, ospitato all'interno di tamburo circolare rivestito di oro. È qui, in un ambiente immersivo, che la storia emotiva degli Emirati Arabi Uniti viene rappresentata in “Family Tree”, un pensiero provocatorio, drammatico racconto che vede come protagonista una giovane attrice degli Emirati nel ruolo principale di Sara.

Sara racconta la storia in futuro, un pezzo unico di teatro digitale che è stato realizzato dal Team del Padiglione al fine di rafforzare il messaggio del Padiglione Emirati Arabi Uniti. Lo spettacolo continua senza intoppi e in maniera fluida da 'Family Tree', utilizzando però un diverso insieme di effetti speciali quasi magici.

Dopo che i visitatori avranno assistito alla presentazione del tema principale al Padiglione degli EAU, potranno assistere alla presentazione di Dubai 2020, Future Business Emirati Arabi Uniti, e all’esposizione ‘The Secret Life of Date Palms’, una mostra culturale e creativa sulla palma da datteri.

 

Fonte: http://www.emirates247.com/

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